Le scarpe eleganti con punta stretta modello ad es. Oxford e le scarpe col tacco alto possono entrambe contribuire ad aumentare i disturbi muscolo scheletrici, specialmente ai piedi e alle caviglie in soggetti predisposti e se portate per lunghi periodi (1). 

Si deve considerare inoltre che i piedi e le caviglie sono alla base della catena cinetica chiusa (CKC) degli arti inferiori, quindi i problemi in una di queste aree possono influenzare la cinematica delle articolazioni più “a valle” della catena come le articolazioni del ginocchio, dell’anca e della colonna (1).  

Le scarpe eleganti e con i tacchi alti possono influenzare la cinematica articolare dei piedi e delle caviglie attraverso 2 caratteristiche principali riscontrate sulla scarpa (1): 

  1. la quantità di rialzo del tallone rispetto alle dita 
  2. L’angolo della punta.

La quantità di rialzo del tallone rispetto alle dita comporta lo spostamento dei punti di carico sul piede, influenzando inoltre la quantità di flessione plantare delle caviglie in posizione eretta e, in caso di uso prolungato o cronico determinare rigidità dei polpacci (1).

Il grado dell’angolo della punta delle scarpe fa riferimento a quanto è appuntita la scarpa nel punto in cui si trovano le dita dei piedi. Le scarpe eleganti che iniziano ad assottigliarsi solo in un punto distale rispetto alla posizione delle dita probabilmente non sono problematiche. Le scarpe con punta molto stretta mantengono principalmente il 1° e il 5° dito, ma anche il 2° e il 4° dito, in adduzione (1,2). L’uso prolungato o cronico di scarpe con un angolo di punta pronunciato che costringono le dita dei piedi in adduzione può portare allo sviluppo di borsiti ad esempio collegate all’alluce valgo che viene ulteriormente peggiorato da questo fattore (1,2).Alcuni degli effetti di questo tipo di scarpe, per lo più relativi al fastidio e dolenzia possono essere migliorati solo astenendosi dall’indossare queste calzature o adottando un paio di scarpe più “ergonomiche”, ad esempio, il dolore alle teste metatarsali, che di solito accompagna l’uso di scarpe col tacco alto, è un fattore difficile da mitigare perché quasi tutta la forza del peso corporeo grava su queste strutture (1,2). 

Strategie per mitigare gli effetti da uso prolungato di calzature con tacco alto e con punta stretta

Per attenuare gli effetti delle scarpe eleganti o delle scarpe col tacco alto comporta l’attuazione almeno uno dei seguenti stratagemmi (2,3,4,5): 

  • Limitare il tempo di utilizzo di questo tipo di scarpe, sia in durata che in frequenza, contrastare gli effetti di queste scarpe con esercizi di mobilità e rafforzamento della caviglia e dei muscoli del piede, o acquistare scarpe dove il rialzo del tacco sia limitato e che non abbiano una punta molto stretta. 
  •  Combattere gli effetti di queste scarpe comporterà strategie differenti ad esempio se nelle scarpe è presente solo una di queste caratteristiche o se una delle caratteristiche è più prominente (ad es. Tacchi alti con punta arrotondata o scarpe eleganti piatte ma con punta stretta).
  • Per ridurre il rischio di rigidità del polpaccio a causa di scarpe con tacco alto, concentrarsi principalmente sull’allungamento dei polpacci, sia del soleo che del gastrocnemio e anche sul rafforzamento dei muscoli dorsiflessori della caviglia.
  • Per mitigare il rischio di borsiti causate da scarpe con angoli stretti che costringono le dita dei piedi in adduzione, enfatizzare gli esercizi di rafforzamento del piede e delle dita dei piedi come l’esercizio di apertura delle dita dei piedi (Toe-spread-out ,TSO) poiché questo esercizio ha dimostrato di ridurre la gravità della borsite del primo dito. Le dita di una mano o i divaricatori in schiuma utilizzati per la pedicure possono essere utilizzati entrambi per spostare passivamente le dita dei piedi in abduzione, allungando leggermente gli adduttori delle dita e aumentando il ROM disponibile per l’abduzione delle dita. Sebbene questa strategia passiva possa essere in qualche modo utile di per sé, è principalmente utile per aumentare transitoriamente il ROM di abduzione dell’alluce.
Esercizi per rafforzare i muscoli dei piedi. A) Esercizio del piede corto: accorciare il piede mantenendo il tallone e l’avampiede a terra. B) Esercizio di apertura delle dita dei piedi: sollevare e allargare le dita dei piedi mantenendo il tallone e l’avampiede a terra. Mentre le dita dei piedi sono distese, spingi il mignolo verso il basso e verso il pavimento. Quindi, spingi l’alluce verso il basso. C) Esercizio di sollevamento del tallone: mettiti in piedi con le ginocchia piegate. Solleva l’arco mantenendo il tallone rivolto verso l’interno. Quindi, solleva il tallone dal pavimento mantenendo la pressione sull’alluce.
Esegui tutti gli esercizi a piedi nudi. Mantieni ogni ripetizione per 5 secondi. Ripeti ogni esercizio finché non senti che i muscoli si stancano. Gli esercizi passano dalla posizione seduta, alla posizione eretta su entrambi i piedi, all’esecuzione degli esercizi in piedi su una sola gamba. Esegui alla fine dello stretching della fascia plantare e del polpaccio.

References:

  1. Barnish, M. S., & Barnish, J. (2016). High-heeled shoes and musculoskeletal injuries: A narrative systematic review. BMJ open, 6(1), e010053. https://doi.org/10.1136/bmjopen-2015-010053 
  2. Glasoe W. M. (2016). Treatment of progressive first metatarsophalangeal hallux valgus deformity: A biomechanically based muscle-strengthening approach. The Journal of orthopaedic and sports physical therapy, 46(7), 596–605. https://doi.org/10.2519/jospt.2016.6704
  3. JOSPT Perspectives for Patients. (2016). Bunion: Strengthening foot muscles to reduce pain and improve mobility. The Journal of orthopaedic and sports physical therapy, 46(7), 606. https://doi.org/10.2519/jospt.2016.0504
  4. Kim, M. H., Kwon, O. Y., Kim, S. H., & Jung, D. Y. (2013). Comparison of muscle activities of abductor hallucis and adductor hallucis between the short foot and toe-spread-out exercises in subjects with mild hallux valgus. Journal of Back and Musculoskeletal Rehabilitation, 26(2), 163-8. https://doi.org/10.3233/BMR-2012-00363 
  5. Kim, M. H., Yi, C. H., Weon, J. H., Cynn, H. S., Jung, D. Y., & Kwon, O. Y. (2015). Effect of toe-spread-out exercise on hallux valgus angle and cross-sectional area of abductor hallucis muscle in subjects with hallux valgus. Journal of physical therapy science, 27(4), 1019–1022. https://doi.org/10.1589/jpts.27.1019

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About Luca Barni

Sono Fisioterapista, osteopata e laureato in scienze motorie. Svolgo la mia professione a Montecatini Terme (Pistoia), affiancando al lavoro pratico, l’insegnamento e la ricerca scientifica. Scrivimi lucabarnistudio@gmail.com

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