Il dolore all’anca è un disturbo muscoloscheletrico molto frequente. La diagnosi più comune è l’osteoartrosi (1), pertanto, riconoscerne la sede e la distribuzione è essenziale quando si esaminano pazienti con OA sintomatica dell’anca a esordio precoce. Sfortunatamente, la profonda localizzazione anatomica dell’anca rende difficile determinare se sia effettivamente la fonte del disturbo o se il dolore localizzato intorno provenga dalla parte bassa della schiena, dall’articolazione sacroiliaca o dai sistemi gastrointestinale, urinario e genitale (2 ,3).

Figura 3: L’intensità del dolore e la sua localizzazione sono rappresentati dall’intensità del colore, basati su dati di 109 pazienti con dolore all’anca unilaterale.

L’identificazione del dolore all’anca nei pazienti con OA risulta eterogena (ad es. localizzazione zona anteriore, supero laterale, posteriore o una combinazione delle suddette) anche per sensibilità al dolore individuali e per diverse strutture anatomiche coinvolte come il labbro, l’osso, la capsula articolare o i legamenti (4). Pertanto, una correlazione tra l’individuazione riferite dal paziente, la diagnostica per immagini come la risonanza magnetica e l’ecografia potrebbero rivelarsi strategie vantaggiose (4).

La diversità della distribuzione nei pazienti rende difficile il corretto inquadramento clinico quando si cerca di determinare l’origine fisiologica del dolore, poiché la sua fonte primaria potrebbe essere realmente l’anca, derivare dal rachide lombare, dalle articolazioni della pelvi pelviche, dal sistema gastrointestinale o genito-urinario (4).

Il disturbo è stato osservato più comunemente nella parte anteriore dell’inguine e nei glutei con un’incidenza di circa l’80% (5).

Dai vari test i pazienti percepiscono fastidio nelle aree del trocantere, dell’inguine, dei glutei e della parte anteriore della coscia. Viene raccomandato, quindi, di includere un esame fisico dell’anca quando i pazienti riferiscono dolore in una o più di queste aree anatomiche. Inoltre, poiché in questi pazienti è documentata una riduzione del range di movimento e della forza muscolare, deve essere incluso un esame completo per queste ultime due casistiche (4).

Referenze:

1. Birrell F, Croft P, Cooper C et al. Radiographic change is common in new presenters in primary care with hip pain. PCR Hip Study Group. Rheumatology 2000; 39: 772–5.

2. Bierma-Zeinstra SM, Lipschart S, Njoo KH et al. How do general practitioners manage hip problems in adults? Scand J Prim Health Care 2000; 18: 159–64.

3. Birrell F, Lunt M, Macfarlane GJ, Silman AJ. Defining hip pain for population studies. Ann Rheum Dis 2005; 64: 95–8.

4. Poulsen E, Overgaard S, Vestergaard JT, Christensen HW, Hartvigsen J. Pain distribution in primary care patients with hip osteoarthritis. Fam Pract. 2016 Dec;33(6):601-606. doi: 10.1093/fampra/cmw071. Epub 2016 Aug 18. PMID: 27538424.

5. Lesher JM, Dreyfuss P, Hager N, Kaplan M, Furman M. Hip joint pain referral patterns: a descriptive study. Pain Med. 2008 Jan-Feb;9(1):22-5. doi: 10.1111/j.1526-4637.2006.00153.x. PMID: 18254763.

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About Luca Barni

Sono Fisioterapista, osteopata e laureato in scienze motorie. Svolgo la mia professione a Montecatini Terme (Pistoia), affiancando al lavoro pratico, l’insegnamento e la ricerca scientifica. Scrivimi lucabarnistudio@gmail.com

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