corsa barefoot

Corsa barefoot o calzata

La corsa a piedi nudi (barefoot running), nota anche come corsa naturale, affascina molti runners sin dai tempi di Abebe Bikila (1932-1973), il forte atleta etiope due volte campione olimpico di maratona (Roma 1960 e Tokio 1964).

Dobbiamo però capire se questo ha qualche presupposto scientifico o è solo una moda del momento.

Un concetto ormai certo è la pericolosità della corsa barefoot in determinate condizioni, soprattutto se si considera la differenza che c’è tra l’esecuzione di esercizi a piedi nudi in zone non protette per traumi ai piedi (asfalto, terreni accidentati ecc..) e l’esecuzione di esercizi a piedi nudi in terreni sicuri e in modalità controllata (equilibri monopodalici, camminate su superfici ridotte, salti…); nel secondo caso l’atleta avrà molti giovamenti sul profilo della propriocettività, mentre nel primo caso il rischio di traumi è senz’altro superiore rispetto alla corsa effettuata con delle normali scarpe da running, soprattutto per le dita che sono molto sensibili a urti occasionali (una frattura al mignolo del piede può costare uno stop dell’attività motoria di 2 mesi).

corsa barefoot

Da vari studi, ad oggi di debole significatività, si osserva che correre a piedi nudi in modo biomeccanicamente produttivo è pressoché impossibile.

In un recente studio del 2014 pubblicato sul Journal Foot Ankle Res, Fukano e Fukubayashi hanno studiato l’adattamento dell’articolazione tibiotarsica e sottoastragalica durante l’atterraggio a piedi nudi e con calzature running; i risultati hanno mostrato che indossare calzature riduce l’angolo di eversione dell’articolazione sottoastragalica dopo il contatto del tallone durante l’atterraggio, facendo ipotizzare una prevenzione dell’alterazioni biomeccaniche di tale articolazione e un aumento dell’economicità del gesto.

Altre review sistematiche confermano che alcuni modelli di calzature sono in grado di migliorare l’economia della corsa.

Possiamo comunque concludere che ad oggi mancano prove scientifiche di alta qualità capaci di dare una risposta definitiva sulla specificità dei rischi e dei benefici biomeccanici del correre a piedi nudi, calzati o in scarpe minimaliste.

Resta quindi importante il buon senso dell’operatore e il fatto di non farsi prendere dalle mode del momento che hanno ben poco di scientifico e tanto di commerciale.

Bibliografia

  1. Sports Health. 2014 Nov;6(6):475-80. doi: 10.1177/1941738114546846.
    The risks and benefits of running barefoot or in minimalist shoes: a systematic review.
    Perkins KP, Hanney WJ, Rothschild CE.
  2. Sports Med. 2014 Nov 18. The Effect of Footwear on Running Performance and Running Economy in Distance Runners.
    Fuller JT1, Bellenger CR, Thewlis D, Tsiros MD, Buckley JD.
  3. J Foot Ankle Res. 2014 Oct 14;7(1):42. doi: 10.1186/s13047-014-0042-9. eCollection 2014.
    Changes in talocrural and subtalar joint kinematics of barefoot versus shod forefoot landing.
    Fukano M, Fukubayashi T.
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About Luca Barni

Sono Fisioterapista, osteopata e laureato in scienze motorie. Svolgo la mia professione a Montecatini Terme (Pistoia), affiancando al lavoro pratico, l’insegnamento e la ricerca scientifica. Scrivimi lucabarnistudio@gmail.com